“Si tratta di un intervento caratterizzato da tratti di originale concezione […] collocare l’intera gamma dei prodotti sotto quota zero, utilizzando in sostanza quel che oggi si usa definire underground building, ha significato rimodulare per certi versi l’idea tradizionale della fabbrica, appalesandola in una capiente cavità, nascosta e non invasiva nella percezione del paesaggio” P. Polano, Casabella 699
- Cliente
- Sinv Spa
- Anno
- 1999
- Status
- Completato
- Dimensione
- 24.000 mq
- Team
-
progetto Flavio Albanese —
Flavio Albanese
founder & partnerFlavio Albanese (1951), è fondatore e presidente di ASA studio albanese. Si forma come autodidatta combinando la sua passione per l’arte contemporanea con l’esperienza pratica di artigiano-architetto. Venuto a contatto con Carlo Scarpa, apprende da lui un approccio alla progettazione che rifiuta gli apriori, e che si declina di volta in volta in base alle occasioni, ai temi e ai contesti che incontra. Ha tenuto corsi all’École Polytechinique Fédérale di Losanna e all’Art Institute di Chicago (1980), all’University of Yale (1983), all’University of Architecture di Delft (2005), all’University of Florida (2006), alla Fundacion Proa de Buenos Aires (2008) e più volte presso le più importanti università italiane. Ha tenuto inoltre due workshop all’international summer school dell’Istituto Universitario d’ Architettura di Venezia nel 2009 e nel 2010. È stato membro di giunta di Confindustria Vicenza dal 1998 al 2001, del Comitato scientifico di Domus Academy (2004-2005) e del Comitato d’Onore di MIart (2009 e 2010), direttore dell’Officina del Porto di Palermo (2006-2008), vicepresidente del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza (2011-2015) e presidente della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza (2010-2016). Dal 2007 al 2010 è stato chiamato a dirigere Domus, la prestigiosa rivista internazionale di architettura, design e arte contemporanea. Attivo già dal 1971, nel 1987 fonda con il fratello Franco ASA studio albanese. I progetti dello studio sono stati pubblicati dalle più importanti riviste internazionali di architettura e design: il progetto Neores è stato segnalato nell’edizione 2003 dell’European Union Prize for Contemporary Architecture della Mies van der Rohe Foundation, mentre ASA studio albanese ha partecipato alla Biennale di Architettura di Venezia nelle edizioni 2004 e 2006. Flavio è un lettore e biblioflio (la sua biblioteca, a disposizione dello studio, conta di oltre 15.000 volumi) e un conoscitore e collezionista d’arte contemporanea.
Franco Albanese
partner, CEO & executive directorFranco Albanese (Vicenza, 1958) lavora nel mondo dell’architettura e del design dal 1976. Laureato nel 1986 all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, l’anno seguente ha fondato a Vicenza ASA studio albanese, insieme al fratello Flavio. Da allora Franco è amministratore delegato e direttore tecnico dello studio, e in questo ruolo ha partecipato alla genesi, allo sviluppo e all’esecuzione dei progetti più importanti. Come progettista e direttore dei lavori ha seguito la sede di Medicina Veterinaria dell’Università di Padova (1997); “Neores”, l’insediamento produttivo e direzionale di Sinv Spa a Schio, Vicenza, (selezionato nel 2003 per l’European Union Prize for Contemporary Architecture della Mies van der Rohe Foundation); il progetto per il Municipio del Comune di Grumolo delle Abbadesse, Vicenza (1999); “Morimondo 17”, la riconversione industriale della sede Sinv spa a Milano (2000); l’headquarter di Margraf a Chiampo (Vicenza, 2006). Ha curato inoltre la progettazione del “Rocco Forte Verdura Resort” a Sciacca, in Sicilia (2005), dell’ampliamento dell’aeroporto di Pantelleria (2006), della nuova Rinascente di Palermo (2007), il progetto di riconversione Lindower 22 a Berlino (2011), la HTM Hybrid Tower di Mestre (2012), l’ampliamento della sede Fope a Vicenza (2016). Negli ultimi anni ha focalizzato l’attenzione sugli interventi di riconversione degli spazi industriali urbani, diventato un tema chiave nella filosofia di ASA studio albanese.
responsabile di progetto Antonio ZamboninAntonio Zambonin
team Stefano Andrighetto —Stefano Andrighetto
Nicola Busato
Stefano Faoro
Giovanni Rizzo
architectLuca Toppano
architetto - Crediti fotografici
- Andrea Garzotto, Fulvio Orsenigo
- Crediti video
- Muvistudio
- Website
- wwww.sinv.com
Neores è una “fabbrica non fabbrica” situata nella zona industriale di Schio (Vicenza), in una porzione di paesaggio veneto ad alta densità produttiva, ma a stretto contatto percettivo con le prealpi venete, visibili da ogni punto nella loro silente maestosità. Il progetto Neores è un originale ibrido tra landmark e underground building, che realizza concetti innovativi rispetto al tipico distretto industriale tradizionale, dedicando particolare attenzione e sensibilità al consumo del territorio, al rapporto col paesaggio e al comfort delle risorse umane. Una piccola rivoluzione silenziosa per la brutalità dell’architettura di tipo produttivo conosciuta nell’Italia del Nordest. Neores è quindi una fabbrica sui generis, in cui l’uso della tecnologia più avanzata coincide con il rispetto dell’individuo e una concezione umanistica del lavoro prevale sul dominio della merce, rivalutando al tempo stesso la centralità dell’uomo e il suo corretto rapporto con l’ambiente. Ma come era possibile realizzare questa idea e questi principi, concretizzandoli in un’architettura reale? Lavorando per fasi successive, ASA studio albanese è arrivato alla soluzione del problema: portare sottoterra tutto quello a cui si attribuisce meno valore, come le merci e le macchine, lasciando il privilegio del paesaggio agli esseri umani. Così è nata Neores, una “cosa nuova”, un edificio cresciuto al contrario. La struttura scende fino a 24 metri di profondità in sezione, e sottoterra dispiega gli oltre 20.000 metri quadri del magazzino, mentre si erge in superficie con soli 3600 mq di uffici. Inoltre, facendo un passo indietro miesiano rispetto al fronte strada, essa libera un grande spazio di natura, destinato a parco.
Neores è un parallelepipedo di sette livelli, diafano e trasparente, che veglia sulla campagna e dialoga con le sagome delle montagne, sullo sfondo. Un’ “architettura di servizio” che non rinuncia ad essere contemporanea, illuminata nella notte da una pelle di led programmabili fino a 264.000 sfumature diverse. Neores rappresenta così l’esemplare di una specie nuova di organismi produttivi, capaci di coesistere simbolicamente in una felice integrazione con gli esseri umani, con l’habitat circostante e con il territorio.