Lindower 22 è un progetto di riconversione della ex Max Hasse Machinen Fabrik, un complesso industriale in mattoni rossi del primo novecento situato a Wedding, il vecchio quartiere operaio di Berlino ovest. Oggi Wedding è uno degli indirizzi più importanti della vita creativa della capitale tedesca. Seguendo l’approccio delle strategie di rigenerazione rapida, Lindower 22 è stato concepito per diventare un urban think tank dedicato al libero pensiero, alla cultura e alla creatività.
- Cliente
- Lind 22 GmbH-Kondo GmbH – Kondolin GmbH
- Anno
- 2011
- Status
- Completato/ In progress
- Dimensione
- 10.000 mq
- Team
-
progetto Franco Albanese —
Franco Albanese
partner, CEO & executive directorFranco Albanese (Vicenza, 1958) lavora nel mondo dell’architettura e del design dal 1976. Laureato nel 1986 all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, l’anno seguente ha fondato a Vicenza ASA studio albanese, insieme al fratello Flavio. Da allora Franco è amministratore delegato e direttore tecnico dello studio, e in questo ruolo ha partecipato alla genesi, allo sviluppo e all’esecuzione dei progetti più importanti. Come progettista e direttore dei lavori ha seguito la sede di Medicina Veterinaria dell’Università di Padova (1997); “Neores”, l’insediamento produttivo e direzionale di Sinv Spa a Schio, Vicenza, (selezionato nel 2003 per l’European Union Prize for Contemporary Architecture della Mies van der Rohe Foundation); il progetto per il Municipio del Comune di Grumolo delle Abbadesse, Vicenza (1999); “Morimondo 17”, la riconversione industriale della sede Sinv spa a Milano (2000); l’headquarter di Margraf a Chiampo (Vicenza, 2006). Ha curato inoltre la progettazione del “Rocco Forte Verdura Resort” a Sciacca, in Sicilia (2005), dell’ampliamento dell’aeroporto di Pantelleria (2006), della nuova Rinascente di Palermo (2007), il progetto di riconversione Lindower 22 a Berlino (2011), la HTM Hybrid Tower di Mestre (2012), l’ampliamento della sede Fope a Vicenza (2016). Negli ultimi anni ha focalizzato l’attenzione sugli interventi di riconversione degli spazi industriali urbani, diventato un tema chiave nella filosofia di ASA studio albanese.
Flavio Albanese
founder & partnerFlavio Albanese (1951), è fondatore e presidente di ASA studio albanese. Si forma come autodidatta combinando la sua passione per l’arte contemporanea con l’esperienza pratica di artigiano-architetto. Venuto a contatto con Carlo Scarpa, apprende da lui un approccio alla progettazione che rifiuta gli apriori, e che si declina di volta in volta in base alle occasioni, ai temi e ai contesti che incontra. Ha tenuto corsi all’École Polytechinique Fédérale di Losanna e all’Art Institute di Chicago (1980), all’University of Yale (1983), all’University of Architecture di Delft (2005), all’University of Florida (2006), alla Fundacion Proa de Buenos Aires (2008) e più volte presso le più importanti università italiane. Ha tenuto inoltre due workshop all’international summer school dell’Istituto Universitario d’ Architettura di Venezia nel 2009 e nel 2010. È stato membro di giunta di Confindustria Vicenza dal 1998 al 2001, del Comitato scientifico di Domus Academy (2004-2005) e del Comitato d’Onore di MIart (2009 e 2010), direttore dell’Officina del Porto di Palermo (2006-2008), vicepresidente del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza (2011-2015) e presidente della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza (2010-2016). Dal 2007 al 2010 è stato chiamato a dirigere Domus, la prestigiosa rivista internazionale di architettura, design e arte contemporanea. Attivo già dal 1971, nel 1987 fonda con il fratello Franco ASA studio albanese. I progetti dello studio sono stati pubblicati dalle più importanti riviste internazionali di architettura e design: il progetto Neores è stato segnalato nell’edizione 2003 dell’European Union Prize for Contemporary Architecture della Mies van der Rohe Foundation, mentre ASA studio albanese ha partecipato alla Biennale di Architettura di Venezia nelle edizioni 2004 e 2006. Flavio è un lettore e biblioflio (la sua biblioteca, a disposizione dello studio, conta di oltre 15.000 volumi) e un conoscitore e collezionista d’arte contemporanea.
responsabile di progetto Simone MatteazziSimone Matteazzi
project managerDal 2008, anno nel suo arrivo in ASA studio albanese, Simone segue i progetti in tutta la loro genesi, dagli studi di fattibilità alla fase esecutiva. È specializzato nei rapporti con gli enti pubblici e con le amministrazioni, con particolare attenzione agli aspetti urbanistici e territoriali. Dal 2011 è incaricato di seguire il complesso progetto berlinese di Lindower 22, di cui ha curato sia la fase di retrofitting che le nuove costruzioni. Prima di raggiungere ASA studio albanese, ha lavorato per Archistudio a Vicenza (dal 2001 al 2008) e come socio dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (2003-2008). È stato inoltre docente di Cad nell’Istituto Superiore di Architettura di Interni Pier Giacomo Castiglioni, per il quale ha svolto attività didattica dal 2002 al 2012. Attualmente ricopre il ruolo di Vicepresidente dell’Ordine degli Architetti Paesaggisti Pianificatori della Provincia di Vicenza e in questa veste è stato componente di Commissioni di gara di concorsi di architettura a livello nazionale. La sua parola preferità è frontiera, e preferisce il mare alla montagna.
team Andrea Garzotto —Andrea Garzotto
architectAndrea è un architetto specializzato nella definizione delle immagini render dei progetti e dei modelli 3D, approdato in ASA studio albanese nel 2007. La rappresentazione virtuale attraverso render e modello tridimensionale è oggi un aspetto chiave del progetto architettonico a tutti i livelli, e per questo Andrea è coinvolto in tutti i maggiori progetti dello studio. Oltre alla definizione delle immagini si occupa anche di interior design e di progettazione architettonica. Dopo un anno e mezzo trascorso a Porto, dove ha scoperto l’immagine in bianco e nero, nel 2006 si è laureato in architettura allo IUAV di Venezia. Nel Dicembre del 2012 ha inaugurato “Incipit”, uno spazio collettivo e laboratorio per le arti visive. Andrea è fotografo freelance, si considera un precursore dei selfie e un biker mancato. Il viaggiare è parte integrante della sua vita e della sua fotografia. Adora il Berghain di Berlino e i vini con le bollicine.
Diana Ledo
Lorenzo Gentili
architettoSonia Menin
administrative managerSonia è arrivata in ASA studio albanese nel 2008, e ricopre il ruolo di Responsabile Amministrativa. È diplomata in ragioneria e perito per il commercio estero e per un lungo periodo ha collaborato con KWC ITALIA, filiale di Vicenza, occupandosi della gestione amministrativa e delle risorse. Dal suo ingresso in ASA ha migliorato le sue competenze nel campo della finanza e del controllo di gestione partecipando a diversi corsi di specializzazione e con un costante aggiornamento self-made. Partecipa attivamente alle dinamiche gestionali e decisionali dello studio. Vive a Vicenza e impiega il tempo libero delle sue giornate collaborando all'azienda di famiglia con il marito, seguendo i suoi due figli e ballando il liscio. Il suo ruolo e le sue esperienze di vita l'hanno resa forte, intransigente, ottimista e testarda.
Francesco Marangoni
3d models & digital printer supervisorFrancesco Marangoni (1982) si è laureato in Economia Politica all’Università degli Studi di Verona nel 2007. Dopo aver fatto per molti anni il proiezionista e la maschera allo storico cinema Odeon di Vicenza, nel 2006 è approdato fortuitamente in ASA studio albanese. Qui ha contribuito a collocare e catalogare gli oltre 15.000 volumi che compongono la biblioteca dello studio. Successivamente si è dedicato alla realizzazione dei plastici architettonici avvalendosi di un pantografo CAD/CAM e di una stampante 3D Zcorp 650. Benché abbia fondato e partecipi alla vita redazionale di una piccola web radio, in sala plastici si ostina ad ascoltare radio3 con un apparecchio analogico. Nel tempo libero cerca, con risultati alterni, di coltivare la passione per la lettura, la musica e i viaggi. Dalla library dello studio Francesco prenderebbe il Codex Seraphinianus, mentre il suo materiale preferito è la birra.
Alessandro Melotto
office managerAlessandro è arrivato in ASA studio albanese a gennaio 2016, e lavora a stretto contatto con la direzione, l’amministrazione e il personale in qualità di project manager e responsabile delle risorse umane. Si è occupato di numerosi progetti-chiave come Agrologic a Monselice, il Nuovo Depuratore di Vicenza e Lido Resort & Spa di Venezia. Prima del suo approdo in studio, ha lavorato presso Studio Altieri Spa dal 1997 al 2016. Inizialmente come project manager, conducendo decine di progetti e di direzioni lavori di ospedali, scuole e centri commerciali in tutta Italia, poi come project director del settore di servizi di ingegneria in Italia e infine, dal 2014, come responsabile progettuale di Studio Altieri a Muscat (Oman). Ha studiato Ingegneria Civile presso l’Università degli Studi di Padova, vive a Cologna Veneta con la moglie e 3 figli e suona il sax tenore in una big jazz band.
Giuseppe Santonocito
communication managerGiuseppe ha studiato filosofia a Venezia e Parigi, completando il dottorato di ricerca nel 2006. Dal 2007 è responsabile della comunicazione di ASA studio albanese, si occupa delle nuove acquisizioni per la Library e partecipa alla definizione dei key-concept e della filosofia dei progetti. Dal 2007 al 2010 ha collaborato stabilmente con la rivista Domus con testi, ricerche e recensioni, curando la sezione books di alcuni numeri. Prima di approdare in ASA, è stato assistente bibliotecario al Museo d’arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia (dal 2001 al 2005). Come copywriter freelance ha scritto concept e testi per progetti diversi, collaborando col digital storyteller Felice Limosani per “Il sole sui tetti” 2011 e 2012, con la Fondazione Gaetano Marzotto per il Progetto Marzotto 2013, con Intertrade Group e Agenzia del Contemporaneo per Pitti Fragranze 2014. È stato tutor del summer workshop dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia nel 2009 e nel 2010. Dalle sue cuffie AKG risuonano spesso e a volumi indecenti i Radiohead (e mai i Coldplay), apprezza gli spazi ampi e poco metropolitani di Berlino e preferisce il vino rosso al bianco.
Filippo Zampese
architect visualizerFilippo è nato nel 1984, è diventato architetto con una laurea in Achitettura della Costruzione allo IUAV nel 2010 e si è specializzato in computational design al Master di Architettura Digitale di Venezia nel 2010. In ASA studio albanese dal 2015, si occupa di progettazione e modellazione 3D, di prototiping, di rendering e di post produzione di immagini e video. Prima di arrivare a Vicenza, ha lavorato a Maastricht presso SatijnPlus Architecten, a Milano per Cino Zucchi Architetti e a Roma per Fuksas Architecture. Oltre a progettare, Filippo fa il musicista e compositore negli A New Silent Coporation, con i quali ha all'attivo due album di musica post-rock strumentale (Everything Is Exactly As It Seems, 2009; Odyssea, 2016). Suona la chitarra elettrica (per la quale possiede una collezione di pedali che non sa usare) e il piano. Ama i cani, detesta le persone che parlano in treno, e questo forse spiega perché avrebbe voluto diventare astronauta.
- Partners
- Heim Balp Architekten
- Crediti fotografici
- Francesca Iovene
- Crediti video
- Muvistudio
Il quartiere di Wedding, a nord-ovest di Mitte e del Tiergarden, è uno dei distretti più vivaci della Berlino contemporanea.
All’epoca del muro Wedding era il quartiere operaio di Berlino ovest, e ricadeva all’interno della competenza francese. Con il declino delle vecchie industrie e la caduta del muro, Wedding ha subìto un drastico spopolamento, ma la disponibilità di spazi di incredibile qualità architettonica ha attirato negli ultimi anni un numero sempre più alto di artisti, di gallerie d’arte e di laboratori creativi, molto spesso coesistenti in loft ricavati dalle strutture produttive abbandonate. Oggi Wedding viene considerato un quartiere multiculturale molto vivace, e si trova al centro delle politiche della Municipalità, nell’ambizioso programma di riqualificazione urbana attraverso la cultura.
Lindower 22 è il progetto di riconversione degli spazi abbandonati di Lindowerstrasse 22 e concerne oltre 10.000 mq.
Il progetto prevede la riattivazione, attraverso differenti strategie rigenerative, dei due edifici più pregiati (la cattedrale e Kondo), il recupero e ampliamento delle residenze sul fronte strada (Kondolin D) e l’abbattimento e la ricostruzione delle strutture meno efficienti e meno nobili (Kondolin B).
L’approccio filosofico al progetto scommette sulla capacità della cultura, della sperimentazione e dell’arte di riattivare i tessuti inerti del compound.
Lindower 22 è pensato per diventare un urban think tank, uno spazio di libero pensiero aderente alla vita pubblica di Berlino.
Un distretto sperimentale dove artisti, ricercatori, star-up, associazioni culturali, fashion designer, gallerie d’arte, e piccoli artigiani 3.0 possano costituirsi in una comunità, contaminarsi e influenzarsi a vicenda, generando un hybrid hub che cresce e si evolve insieme alla città. L’approccio architettonico è la conseguenza di quello filosofico, e si genera a partire dall’idea del rispetto verso una struttura con una storia e una qualità straordinarie. Questa forma di rispetto si è tradotta in due concetti operativi: basic e useful.
Basic, come la strategia di retrofitting applicata a Lindower 22. Significa il tentativo di usare il massimo di efficienza, di funzionalità e di linearità per ridurre al minimo le manipolazioni sulle strutture esistenti: tutti i nuovi apporti sono “standard”, i più semplici possibili. Useful, perché è stato recuperato e rimesso in funzione ogni elemento o impianto preesistente ancora in grado di funzionare, aggiungendo e rimodernando solo dove strettamente necessario. Nella prima fase sono stati rigenerati gli edifici della Cattedrale, il Kondo e Kondolin D, per installarvi Callie’s , uni’istituzione sperimentale per la promozione dell’arte, della creatività e del crossing culturale, AP la libreria gemella di Callie’s, gli headquarters di Plastique Fantastique e molti altri indirizzi creativi. Nella seconda fase, gli edifici Kondolin B saranno invece ricostruiti e verranno utilizzati come spazi multitasking (un cinema-teatro, una conference hall) e di supporto (caffè, food lab, supermarket e residenze).