ROCCA PISANA LONIGO

Machine à paysage

Si tratta del progetto di restauro del celebre edificio che Scamozzi progettò e costruì per Vittore Pisani a partire dal 1576 sulle colline nei pressi di Lonigo, dove un tempo si dice esistesse un ridotto fortificato, da cui l’appellativo di “Rocca”.

Cliente
Privato
Anno
2002
Status
Completato
Dimensione
200 mq
Team
progetto Flavio Albanese

Flavio Albanese
founder & partner

Flavio Albanese (1951), è fondatore e presidente di ASA studio albanese. Si forma come autodidatta combinando la sua passione per l’arte contemporanea con l’esperienza pratica di artigiano-architetto. Venuto a contatto con Carlo Scarpa, apprende da lui un approccio alla progettazione che rifiuta gli apriori, e che si declina di volta in volta in base alle occasioni, ai temi e ai contesti che incontra. Ha tenuto corsi all’École Polytechinique Fédérale di Losanna e all’Art Institute di Chicago (1980), all’University of Yale (1983), all’University of Architecture di Delft (2005), all’University of Florida (2006), alla Fundacion Proa de Buenos Aires (2008) e più volte presso le più importanti università italiane. Ha tenuto inoltre due workshop all’international summer school dell’Istituto Universitario d’ Architettura di Venezia nel 2009 e nel 2010. È stato membro di giunta di Confindustria Vicenza dal 1998 al 2001, del Comitato scientifico di Domus Academy (2004-2005) e del Comitato d’Onore di MIart (2009 e 2010), direttore dell’Officina del Porto di Palermo (2006-2008), vicepresidente del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza (2011-2015) e presidente della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza (2010-2016). Dal 2007 al 2010 è stato chiamato a dirigere Domus, la prestigiosa rivista internazionale di architettura, design e arte contemporanea. Attivo già dal 1971, nel 1987 fonda con il fratello Franco ASA studio albanese. I progetti dello studio sono stati pubblicati dalle più importanti riviste internazionali di architettura e design: il progetto Neores è stato segnalato nell’edizione 2003 dell’European Union Prize for Contemporary Architecture della Mies van der Rohe Foundation, mentre ASA studio albanese ha partecipato alla Biennale di Architettura di Venezia nelle edizioni 2004 e 2006. Flavio è un lettore e biblioflio (la sua biblioteca, a disposizione dello studio, conta di oltre 15.000 volumi) e un conoscitore e collezionista d’arte contemporanea.

Franco Albanese

Franco Albanese
partner, CEO & executive director

Franco Albanese (Vicenza, 1958) lavora nel mondo dell’architettura e del design dal 1976. Laureato nel 1986 all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, l’anno seguente ha fondato a Vicenza ASA studio albanese, insieme al fratello Flavio. Da allora Franco è amministratore delegato e direttore tecnico dello studio, e in questo ruolo ha partecipato alla genesi, allo sviluppo e all’esecuzione dei progetti più importanti. Come progettista e direttore dei lavori ha seguito la sede di Medicina Veterinaria dell’Università di Padova (1997); “Neores”, l’insediamento produttivo e direzionale di Sinv Spa a Schio, Vicenza, (selezionato nel 2003 per l’European Union Prize for Contemporary Architecture della Mies van der Rohe Foundation); il progetto per il Municipio del Comune di Grumolo delle Abbadesse, Vicenza (1999); “Morimondo 17”, la riconversione industriale della sede Sinv spa a Milano (2000); l’headquarter di Margraf a Chiampo (Vicenza, 2006). Ha curato inoltre la progettazione del “Rocco Forte Verdura Resort” a Sciacca, in Sicilia (2005), dell’ampliamento dell’aeroporto di Pantelleria (2006), della nuova Rinascente di Palermo (2007), il progetto di riconversione Lindower 22 a Berlino (2011), la HTM Hybrid Tower di Mestre (2012), l’ampliamento della sede Fope a Vicenza (2016). Negli ultimi anni ha focalizzato l’attenzione sugli interventi di riconversione degli spazi industriali urbani, diventato un tema chiave nella filosofia di ASA studio albanese.

responsabile di progetto Vittorio Saccardo

Vittorio Saccardo

Crediti fotografici
Gaia Giacomelli

La Rocca è posta alla sommità di un promontorio, con un panorama spettacolare in mezzo al quale lo sguardo spazia e si perde. Se la pianta quadrata e il volume centrale circolare, sovrastato dalla cupola, ricordano la matrice della Rotonda palladiana, la Rocca resta al contrario contenuta all’interno di una precisa quadratura, con l’unico pronao orientato razionalmente verso il paesaggio alla ricerca della migliore visuale possibile: una casa per il paesaggio, un involucro solido ma al tempo stesso permeabile, che l’aria, la natura e il paesaggio possano attraversare liberamente senza ostacoli né filtri.
L’analisi dello stato di conservazione degli intonaci -per la maggior parte originali- e dell’apparato lapideo dei prospetti esterni e dei decori interni ha evidenziato la presenza di numerose manipolazioni e manomissioni degli elementi originali, dovute a precedenti e approssimativi interventi di restauro. Il riscontro di queste criticità ha definito la metodologia dell’intervento di restauro: alla rimozione della microflora di muschi e licheni -concentrata soprattutto sulla facciata nord e sulla scalinata di accesso al piano nobile- attuata tramite impacchi, spazzolature e lavaggi, è seguito il consolidamento dell’intonaco esistente e il rifacimento delle porzioni cadute, la rimozione delle superfetazioni non originali e la stuccatura e il micro-incollaggio degli elementi lapidei, concluso con un trattamento idrorepellente complessivo.